Preoccupazione e inquietud per ciò che hanno trovato nel nostro sistema solare: “Potrebbero esserci circa un centinaio di oggetti simili”

Le scoperte offerte dall’universo stupiscono la comunità scientifica, che ricorre a dati d’archivio e modelli computazionali per confermare le scoperte. Da quando l’Unione Astronomica Internazionale (UAI) ha deciso nel 2006 di relegare Plutone alla categoria di “pianeta minore”, sono molti gli studi che setacciano il sistema solare alla ricerca di corpi orbitanti attorno al Sole oltre Nettuno. Nel frattempo, Elon Musk continua a puntare sul futuro dei viaggi spaziali con Starship. I progressi tecnologici nell’osservazione della galassia facilitano in parte questo lavoro di ricerca, in cui un gruppo appartenente alla Scuola di Scienze Naturali dell’Istituto di Studi Avanzati del New Jersey, guidato da Sihao Cheng, ha recentemente fatto una sorprendente scoperta.

La conferma di un nuovo pianeta minore

Si tratta di un oggetto che si trova oltre Nettuno, quindi molto vicino al confine del nostro sistema solare, e che è stato battezzato con il nome 2017 OF201. Le sue grandi dimensioni gli conferiscono le caratteristiche necessarie per essere considerato un pianeta nano e, secondo il team che lo ha scoperto, potrebbe non essere l’unico, anche se sicuramente sarebbe quello che impiegherebbe più tempo ad arrivare tra tutti gli oggetti celesti conosciuti.

L’importanza della scoperta sta nel fatto che, non appena il gruppo di Cheng ha comunicato le proprie osservazioni al Centro per i pianeti minori dell’Unione Astronomica Internazionale, quest’ultimo ha confermato il ritrovamento, rendendo plausibile l’ipotesi che si tratti di quello che lo stesso team di ricercatori ha battezzato “il cugino estremo di Plutone”.

Cheng ha condotto la ricerca in collaborazione con Jiaxuan Li ed Eritas Yang, dell’Università di Princeton, realizzando una serie di modelli computazionali avanzati con cui determinare l’orbita descritta dall’oggetto celeste trovato. L’estrema eccentricità della traiettoria di 2017 OF201 fa sì che impieghi l’equivalente di 25.000 anni terrestri per compiere un giro completo attorno al Sole.

La complessità nel determinare le sue dimensioni e le sue condizioni è dovuta proprio alla sua lontananza dalla Terra, come ha affermato lo stesso Cheng nel suo studio: “2017 OF201 trascorre solo l’uno per cento del suo tempo orbitale abbastanza vicino a noi da essere rilevabile”. Tuttavia, si stima che abbia un diametro di 700 chilometri, lontano dai 2.377 chilometri di Plutone.

Proprio la distanza e i limiti che ancora presentano i telescopi attuali, nonostante l’evoluzione degli ultimi anni, inducono il team di Sihao Cheng a pensare alla possibilità che ci siano molti altri oggetti come 2017 OF201 nella parte più estrema del sistema solare:

I modelli computazionali utilizzati da Cheng e dagli altri ricercatori si basano su dieci rilevamenti dell’oggetto transnettuniano 2017 OF201 effettuati in precedenti sondaggi tra il 2014 e il 2018, il che dimostra l’importanza per la scienza di prendere in considerazione studi precedenti per corroborare le scoperte odierne.